Cammino per strada. Ci sono due ragazzi che sfottono un bambino nero. Lo hanno inchiodato al muro e lo sfottono.
"Negro di merda!" "Ma sei nero o sei solo sporco? Non importa...sei entrambe le cose!"
Lo strattonano e lo sbattono a terra, poi lo rialzano a forza e gli chiedono di abbassarsi i pantaloni.
"Dicono che voi negri ce l'avete grosso, facci vedere!"
Il piccolo, avrà sì e no dodici anni, non ha il coraggio di guardare negli occhi quei teppistelli da strapazzo. Non reagisce.
"Dai, spogliati, piccola scimmia!"
Decido di intervenire.
"Sì, dai, spogliati, piccola scimmia!"
No eh, sto scherzando, figuratevi.
Mi rivolgo ai ragazzi, comparendo loro alle spalle, all'improvviso.
"Lasciatelo stare, ma come vi permettete! Non voglio stare qui a farvi la morale, ora però filate via."
Loro mi guardano e valutano la situazione, sono in due e appena più grossi di me. Ma sento la loro insicurezza e la mia apparente calma deve averli impressionati, perché se ne vanno. Mostrandomi il dito medio e sputando a terra, fissandomi con odio negli occhi. Ma se ne vanno.
Il bambino mi guarda con riconoscenza, blatera un paio di parole che non capisco. Io cerco di capire se posso fare ancora qualcosa.
"Come stai, tutto bene? Dove abiti, vuoi che ti accompagni a casa?"
Lui corre via, dalla parte opposta a quella dove sono andati i ragazzi.
Beh, l'importante è che non gli abbiano fatto del male.
Perché l'ho fatto? Perché dovevo.
Non sono un eroe, un buon samaritano, figuriamoci. L'ho fatto semplicemente perché mi sono immedesimato in lui, anch'io in passato ho sentito la stessa umiliazione che ha provato lui in quel momento. Ho coltivato anch'io lo stesso odio che coltiverà lui, giorno per giorno, a causa di tutti gli affronti che gli toccherà subire.
Per questo l'ho fatto, perchè ho lottato anch'io e continuo tutt'ora a farlo, contro l'ignoranza della gente, contro l'intolleranza.
Perché so benissimo quello che si prova a venir discriminati per la propria pelle.
Ho la psoriasi.
Richi Selva
"Negro di merda!" "Ma sei nero o sei solo sporco? Non importa...sei entrambe le cose!"
Lo strattonano e lo sbattono a terra, poi lo rialzano a forza e gli chiedono di abbassarsi i pantaloni.
"Dicono che voi negri ce l'avete grosso, facci vedere!"
Il piccolo, avrà sì e no dodici anni, non ha il coraggio di guardare negli occhi quei teppistelli da strapazzo. Non reagisce.
"Dai, spogliati, piccola scimmia!"
Decido di intervenire.
"Sì, dai, spogliati, piccola scimmia!"
No eh, sto scherzando, figuratevi.
Mi rivolgo ai ragazzi, comparendo loro alle spalle, all'improvviso.
"Lasciatelo stare, ma come vi permettete! Non voglio stare qui a farvi la morale, ora però filate via."
Loro mi guardano e valutano la situazione, sono in due e appena più grossi di me. Ma sento la loro insicurezza e la mia apparente calma deve averli impressionati, perché se ne vanno. Mostrandomi il dito medio e sputando a terra, fissandomi con odio negli occhi. Ma se ne vanno.
Il bambino mi guarda con riconoscenza, blatera un paio di parole che non capisco. Io cerco di capire se posso fare ancora qualcosa.
"Come stai, tutto bene? Dove abiti, vuoi che ti accompagni a casa?"
Lui corre via, dalla parte opposta a quella dove sono andati i ragazzi.
Beh, l'importante è che non gli abbiano fatto del male.
Perché l'ho fatto? Perché dovevo.
Non sono un eroe, un buon samaritano, figuriamoci. L'ho fatto semplicemente perché mi sono immedesimato in lui, anch'io in passato ho sentito la stessa umiliazione che ha provato lui in quel momento. Ho coltivato anch'io lo stesso odio che coltiverà lui, giorno per giorno, a causa di tutti gli affronti che gli toccherà subire.
Per questo l'ho fatto, perchè ho lottato anch'io e continuo tutt'ora a farlo, contro l'ignoranza della gente, contro l'intolleranza.
Perché so benissimo quello che si prova a venir discriminati per la propria pelle.
Ho la psoriasi.
Richi Selva