Non c'è sesso senza sesso #6

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Ci sono le perle della geisha, le dita cinesi e il dildo doppio. Quando li acquisti, ti premuri di fare domande che mettano in evidenza i gusti e le necessità della tua compagna, perché ci tieni a dimostrare ai commessi che tu una compagna ce l’hai, che non sei un autoerotomane né, tantomeno, un ricchione. Ma poi, perlopiù, è lei ad usare i giocattoli su di te. Sfere di lattice collegate da un filo che ti penzolano dal sedere mentre lei ti arrossa le chiappe con una verga di trenta centimetri. O un tubo corrugato che esce dalla sua figa ed entra lì, sempre lì, nel tuo buco di culo. La cosa eccita te ed eccita lei, per una qualche ragione. Per lei è una formula evolutiva, per te pura regressione, e ti va bene così.

Ci sono i lacci di seta e quelli di corda, le manette e anche i cockring, gli anelli che ti soffocano la base del pene per ritardare l’eiaculazione. Poi ci sono le riunioni del martedì mattina e tu che le chiedi di presentarsi senza le mutandine sotto alla gonna. Tu che rincasi prima di lei e appena rientra le chiedi di verificare che davvero sia nuda, lì fra le calze. Così te la immagini tutto il giorno nel suo ufficio, fra colleghi che non sanno che basterebbe allungare una mano e prenderla, ignari di quella nudità ambulante. Stupidi e repressi come tutti gli altri.

C’è il calcetto del mercoledì dal quale rientri tardi trovandola nella vasca da bagno, e tu che le pisci addosso appena apri la porta del bagno e la trovi sdraiata nell’acqua, nella penombra delle candele illuminata solo dai riverberi umidi, nascosta da una tendina decorata che scosti appena. I più la chiamano pioggia dorata, gli internauti pissing. I più tecnici minzione erotica e i letterati urofilia.

Ci sono le pinze da attaccare ai capezzoli, e le catenelle da attaccare alle pinze. I cunei per la dilatazione anale da indossare in maniera progressiva, la cintura con un dildo nero di venticinque centimetri sul davanti.

C’è la sua lezione di prepugilistica del giovedì, e lei che torna dalla palestra avida e violenta, sarà per l’adrenalina o per chissà cosa che le resta in circolo. C’è la visita di sua madre una volta al mese, che resta per due o tre giorni, ed il sesso notturno soffocato che fate mentre la vecchia dorme in salotto. Le calze di seta legate intorno alla bocca oppure i morsi a palla, conficcati bene dentro, da non respirare.

C’è l’armadio a specchio e la videocamera sempre fissata al treppiede. Ci sono i club una volta ogni tanto, con una decina di uomini single che guardano ed altrettante coppie che scopano, e voi siete fra quelle. Gli habituè e le dipendenti, e gli incontri inaspettati di gente che si domanda sorridente “ma che ci fai qui?”

Ci sono le serate col plaid sul divano a fissare un dvd che non finirete di vedere. C’è chi se ne vanterebbe con gli amici ma ci sei tu che non vuoi che tua moglie passi per porca e quindi ci sei tu che non te ne vanti con gli amici.

Ci sono le notti che ti svegli per un colpo di frustino sulla schiena, e lei è vestita di pelle e tu preferiresti dormire ma alla fine ti fai frustare e ti viene duro e molto dopo sei costretto a menartelo perché lei ha deciso di farti soffrire. Ma anche le domeniche pomeriggio in cui la segni con la sferza appena sopra la vagina, dove l’osso crea quella curva leggera che lei ha appena depilato. Ci sono le stronzate di master e slave che lasciate ai sadomasochisti del cazzo, perché a voi piace solo stuzzicarvi ed eccitarvi. Ci sono le estati col ghiaccio e gli inverni con la cera bollente colata ovunque, proprio ovunque. Le creme per lenire gli eritemi e i tubi di lubrificante profumato che non usate più da un pezzo, dentro al cassetto del comodino.

C’è la serata coi film senza finale, la visita di sua madre una volta al mese che si trattiene due o tre giorni, il calcetto del mercoledì con pissing a seguire, ci sono i privé e la lezione di prepugilistica.

Ci sei tu che torni dal lavoro e trovi la porta del bagno insolitamente chiusa, ma non a chiave perché chiavi non ne avete, e lei dentro che si deterge in una vasca piena di schiuma, sempre nascosta da una tendina colorata che scosti appena. Ci sei tu che ti slacci i pantaloni e la immagini soltanto, mentre con la testa al cielo inizi a rovesciarle sulla schiena o sul collo o sui capelli o sulla faccia la pisciata che hai trattenuto per tutto il tragitto in auto fino a casa. E c’è lei che un secondo dopo che tu hai iniziato ti dice “Amore”, giusto un secondo dopo, ti dice “Amore, mia madre è arrivata oggi”, e ci sei tu che pensi “occazzo, la porta è aperta”, e stai rischiando una figura di merda con tua suocera che potrebbe vederti lì mentre pisci addosso a sua figlia, e c’è lei che ti dice “Amore, mia madre è arrivata oggi, non ho fatto in tempo a dirtelo”, e ci sei tu che chiudi la porta sbattendola e ti domandi “ma perché stai gridando, ti sentirei anche se sussurrassi”, e c’è lei che ti dice “Amore, mia madre è arrivata oggi, non ho fatto in tempo a dirtelo”.
Tu hai cominciato a pisciare da un secondo o due. Forse tre. E c’è lei che urla dalla cucina.
“Mia madre è arrivata oggi. È di là nella vasca da bagno”.

gabbbbro

SIETE DELLE MERDE! MA VERGOGNATEVI, INVECE DI MOSTRARE QUESTA INSENSIBILITÀ NEI CONFRONTI DI CHI HA PURTROPPO HA UNA SUOCERA ANCORA VIVA!!!!!!!

Thumb so up. Gran post.

quelle cose che succedono e ci scrivi un racconto per liberartene.

Esattamente. E pensa che sulla minzione erotica equivoca ne scrissi già un altro. È un'esperienza che non riesco a superare...

Me vado a fa' 'na sega,

Gran pezzo.
(E cosa penso mentre scrivo "pezzo", me lo tengo per me.)

Grande. E come sempre, le soddisfazioni più grandi arrivano per caso.

Depravati!!!

Eccezionale!
(ponzia)

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