Informazeide #2

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I bagni pubblici della stazione sono nettamente migliorati negli ultimi anni! Sarà perché sempre più gente, preferisce la velocità di un aereo? Sarà perché sono sempre meno i treni che viaggiano? Boh! Comunque, dicevo, almeno uno si può lavare in santa pace e senza quel puzzo di piscio di 4 giorni che sembra che nessuno li lavi mai e senza quell’assurdo odore di disinfettante al cocco usato nell’unico giorno in cui lavano,che sicuramente raccatteranno in qualche hard discount per fare la cresta sulla lista spese .
Ci voleva proprio, una bella rinfrescata. E anche questa camicia pulita.
Devo ricordarmi di passare da Artù ed invitarlo alla serata, anzi gli lascio uno dei fogli che mi hanno dato gli organizzatori. Bello vedere il proprio nome su un cartello, anche se non più prestigioso come una volta.
“Stasera ore 22:30 il ritorno alle scene di Bill Y. Il satiro ”.
Sì, Bill Y. Ok è un nome d’arte; Bill Hicks è già esistito e di sicuro era molto meglio di me - infatti ho cercato di imitare il suo stile nei miei spettacoli.
Non che questo mi abbia aiutato; anzi, in un paese così bigotto, mi ha solo spinto verso il basso.
D’altronde, come vuoi che vengano apprezzate battute sulla religione, la politica , le droghe, la nostra società, in un paese che va avanti a culi e tette da colazione a cena.
Comunque già ho in mente la prima battuta stasera
“Un vecchio di novant’anni dopo aver provato a suicidarsi con il gas, ci è riuscito impiccandosi. Voto 5”. Li spiazzo con un po’ di cinismo e li faccio ridere con l’argomento più divertente, la morte.
Perché averne paura? Perché questo silenzio pieno di tabù? Le paure non mi piacciono, servono a tenerti prigioniero. Anche i soldi degli altri sono basati sulla paura, quella nostra di dover lavorare (e svenderci) per non morire di fame. Ecco, il giorno che muoio voglio scritto sulla lapide: “Solo la fame se lo portò, perché la paura scappò.” O una menata simile.
Questo mi fa tornare in mente quella faccia di merda , quel funzionario che doveva accettare il mio curriculum. Classico amicodelgoverno, senzapalle, canedaguardia.
Quando lo vidi, capii che non avevo speranze. Tutti e due facemmo un errore: lui nel confermare la mia cattiva impressione; io a non frenare la mia reazione al suo atteggiamento e precludendomi qualsiasi prosecuzione di carriera. Se non consideriamo quel vecchio progetto dell’esibizione in Patagonia centrale che avrei voluto fare magari più in la negli anni.

Sembra ieri. Ricordo bene la scena, scolpita per sempre dentro la mia scatola cranica.
”Buongiorno sono qui per il nuovo programma comico della rete, come Lei saprà”.
A mala pena mi allungò una mano viscida che feci fatica a non classificare come deceduta.
Subito mise le cose in chiaro:
”Guardi... Lei è qua solo perché ho accontentato un amico che rompe da mesi per far sì che io l’ascolti. Che repertorio ha? Barzellette, imitazioni, canzoni idiote di quelle che poi ci facciamo un sacco di soldi con le suonerie? Mi dica”.
”Beh in verità io sono un comedian, all’americana. Ha presente George Carlin, Bill Hicks? Ha presente la satira? Religione, morte, droga, politica? Mi piace far ridere facendo pensare a quello che ci sta intorno”.
-”Uhmm, non mi sembra tanto interessante. Non cerchiamo gente che ci spieghi la vita, ma solo una risata tranquilla per dimenticare le fatiche del giorno”.
Poi si voltò dando un piccolo cenno della testa verso destra, il che mi spinse a guardare un altarino con crocifisso e alla parete la foto di un politico con la gobba.
Cominciai a capire che ero capitato nel posto sbagliato. Quella freddezza e quella superiorità che, secondo lui, gli venivano conferite dal suo lato della scrivania, fecero crescere in me un’indignazione grande e calda come un fuoco appiccato con benzina.
Lui continuò : ”Lei vorrebbe andare sulla tv di stato e fare pensare le persone? Ma cosa crede?
Noi dobbiamo divertire, far sognare ed informare il giusto, quello che noi riteniamo “il giusto”, i nostri telespettatori. Non li dobbiamo fare ... PENSARE!”
La rabbia esplose, mi alzai in piedi e preso da un tremore che non mi lasciava gridai contro di Lui tutto di un fiato:
”Ma che essere è? Lei è un niente, perché non rappresenta la tolleranza degna di un paese civile, non rappresenta un direttore artistico perché capisce di arte meno del mio cane quando gli passo la scodella dei croccantini con il whisky, non è una persona perché puzza di cadavere lontano un chilometro. Lei rappresenta altro: l’Italia che odio, l’Italia che va avanti con le amicizie, che non ammette il merito, che “tengo famiglia”, del fotti fotti che dio perdona, l’Italia cattolica che ha paura del diverso e si dimentica la carità, che non sa più niente di arte e che si spappola il cervello dietro alla spazzatura che c’è oggi in tv, che Lei fa passare in tv, l’Italia ferma agli anni 60 e alcune volte al “Ah quando c’era lui”.Coglione!”.

L’aria si fermò. Il tizio si era alzato ed aveva fatto un passo indietro pensando che lo volessi aggredire. Quando ebbi terminato, con quella faccia da fesso lesso, mi indicò la porta senza dire neanche una parola.
Dal giorno dopo cominciai a non trovare più teatri dove lavorare, poi neanche pub e neanche cantine. Un appestato al contrario, perché sono loro i lebbrosi.
I centri sociali sì , ogni tanto mi chiamavano, ma senza tanti soldi, e poi, dopo un po’, neanche loro.

Stasera, finalmente, risalgo sul palco. Le luci, l’adrenalina, quel buco nello stomaco 5 minuti prima di entrare in scena. Mi mancavano queste sensazioni. Ho pagato duramente, ma il palco è di nuovo là, un altro pubblico venuto per sentirmi e vedermi all’opera. Ancora è rimasto qualcuno a cui piace la libertà vera, senza compromessi.
Ecco un po’ di cerone e sono pronto.

“Buonasera amiche e amici. Ringrazio l’associazione “Un tetto per tutti” che mi ha invitato a questa serata di beneficenza per voi barboni. Barboni, sì, e non mi dite che ancora vi offendete!
Anzi la volete sapere la differenza tra un politico ed un barbone? Il politico puzza di più.

borges

Bill Y? Non sarà mica un altro di quelli che "migliorano le battute"...:ninja:

Povero Luttazzi. Non sapevo che fosse andata così.

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