Informazeide #3

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Un altro nuovo ingresso nella squadra di SenzaVoglia. Dite che stiamo diventando numerosi come le lettere di Veltroni ai vari quotidiani italiani? Gli interventi di chirurgia plastica di Cher? Le cazzate scritte nella Bibbia? I video caricati nel'ultima mezz'ora su youporn (no, non vi importa come facciamo a sapere che sono davvero tanti. E che se solo un paio meritano lo visione)? In ogni caso, la risposta è 42. Oppure, fatevi i cazzi vostri. Mentre scegliete una delle due, lasciatevi ammaliare da silas flannery

In sette minuti non ce la faccio. È più forte di me: io non sono Alessandro.

E già, Alessandro è più bravo. Non lo sopporto, Alessandro: alla conferenza stampa ci va lui, i comunicati dell’onorevole Palumbo arrivano a lui prima che a me, l’addetta stampa della Provincia lo fa parlare con tutti (secondo me se la scopa: certo che ci vuole coraggio). Oh, non lo so come fa: c’ha tutto lui. “Il sindaco ha aperto il parco giochi di Cardillo”: un’apertura. “Il passante ferroviario sarà pronto prima di Natale”: apertura e richiamo in prima. “Mozione di sfiducia della sinistra contro l’assessore Gemmellaro”: 35 righe a taglio centrale. Tre brevi in cronaca e due in regionale. Il boxino di pagina 27 sulle zanzare tigre. La scheda sulle lapidazioni in Iran prima di quella povera picciotta, quella col velo e lo sguardo sereno. Il giornale oggi l’ha scritto tutto lui. Alessandro è più bravo, lo sanno tutti.

E poi Alessandro è più veloce. Arriva al giornale alle 10 del mattino e già c’ha tre notizie, e poi tutto quello che passa arriva a lui. “C’è stata una sparatoria in via del Granatiere”? Cinque minuti e lui è sul posto. Intervista i vicini: “Signora, com’è che non ha sentito niente?”. Il titolo è pronto: “Sul delitto un muro d’omertà”. Poi si mette a scrivere e come fa non lo so: sessanta righe in venti minuti, poi alza lo sguardo, mi squadra, mi compatisce e ritorna a scrivere. Io ogni volta ci metto mezz’ora solo per trovare l’attacco: “Di sicuro c’è solo che è morto”, che attacco di merda. “È morto in un sabato qualunque, alle 7 meno un quarto”: ecco, forse ci siamo. No, fa schifo. Insomma, quello è troppo bravo: il caposervizio della cronaca, Badagliacca, se lo litiga con quello della regionale, quel mezzo parrino di La Mantia. “Mi serve per la rapina alle poste di via Dogali”; “No, deve intervistare il Cardinale sulla visita del Papa”. A me non mi fanno intervistare nessuno: né il vescovo né il direttore dell’agenzia di via Dogali.

Eppure io le domande le so fare. Che ci vuole, a fare domande? Certo, con tre euro per un pezzo e un euro per una breve la benzina nel motorino non ce l’ho mai. Ma se facessi come Alessandro, col copincolla dal comunicato del sindaco a Cardillo tre euro in tasca, sarei bravo pure io. Ma come si fa? Il comunicato ce l’ha lui, il caposervizio si fida di lui, due mesi fa del parco giochi di Cardillo se n’è occupato lui. Alessandro è più bravo di me, anche se mezza telefonata non la fa: il comunicato va bene così com’è, le notizie arrivano dalle agenzie e al limite metti un attacco e la incolli in pagina, tanto quel depresso di De Lisi, il caporedattore, al lavoro gli spara, mica se le va a vedere le agenzie.

E poi Alessandro è pure pubblicista: ha iniziato con me e i settanta articoli li ha scritti in sei mesi, roba che io in due anni ancora non ci sono riuscito. Quest’anno secondo me gli fanno pure un contrattino: un mese, due mesi, niente di più, ma con quei 1.500 euro al mese di coito interrotto lui alla fine riesce a camparci e io no, io devo spiegare a mia madre com’è che ancora non mi sono laureato e sono a casa a 26 anni. E poi, anche se non gli fanno il contratto, se fa 8 pezzi al giorno sono 24 euro, che per 30 giorni sono 720. Alessandro è pure ricco. Alessandro, a ben pensarci, è uno stronzo.

A me mi toccano i resti, e lo so che “a me mi” non si dice, ma questo mi rimane. “Il rituffo”, come mi dice sempre Giovanna: la rimanenza. Tipo oggi: Badagliacca mi ha chiamato perché c’era la conferenza stampa dell’opposizione e “forse è un pezzo, forse è una breve”. Ma dico, Cristo: ‘sta cazzo di conferenza stampa è convocata da ieri mattina, tu sette minuti prima me lo dici? Io come cazzo ci arrivo a Villa Igiea, che sono venti minuti anche senza fare benzina, e poi dove minchia li trovo i soldi per la benzina se forse è una breve? “Alessandro lo chiamo dieci minuti prima e quello ci va”, mi fa Badagliacca. Ma io in sette minuti non ce la faccio. Io non sono Alessandro.

Lo so: Badagliacca non mi chiamerà più. E forse io questo lavoro di merda lo lascio: volevo fare Travaglio e invece friggo panelle. Avete presente le panelle? Butti la pasta di ceci nell’olio caldo e la panella è pronta, mica ci vuole l’arte di penna. Ci penso mentre i numeri fanno il loro ti-ti-ti, la tastiera scorre e la magia delle telesezione si compie. “Pronto, Badagliacca? Ci vado io a Villa Igiea”. Ora scusate, ché l’olio frigge.

silas flannery

E bravo Silas!

Bello bello!

Grazie grazie.

Che ritmo questo racconto! (e son riuscito a leggerlo in 7 minuti. Bellissimo!

Niente male sul serio!
Ps: Richi un giorno dovrai spiegarmi questa storia del conteggio dei minuti... :ninja:

Ho recuperato i due giorni perduti! Molto bello. E m'è pure simpatico il protagonista. Non Alessandro. :)

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