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venerdì 24 dicembre 2010 09:30 Pubblicato da Abulafia
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101) Dopo aver bevuto il caffè, spaccate la tazzina a terra, dietro di voi. "Così come fanno in Russia".
101) Presentatevi con indosso una mascherina anti-infezioni.
101) Aspettate la mezzanotte ed urlate eccitati “buon anno!”, buttando le vettovaglie dalla finestra.
101) Insistete perché la indossino gli altri, una mascherina anti-infezioni. Non date spiegazioni.
101) Balbettate, anche se non l’avete mai fatto. Al momento dei saluti finali tornate a parlare normale.
101) Esprimete parole di apprezzamento per ogni regalo che ricevete, aggiungendo “Hai conservato lo scontrino?”
101) Agganciatevi ai discorsi degli altri con "A proposito..." e raccontate barzellette che terminano con una bestemmia.
101) Giocate a lanciare di nascosto molliche di pane nei piatti dei bambini.
101) (per lei) A tavola, fingete un orgasmo come Meg Ryan nel famoso film.
101) (per lui) A tavola, fingete un orgasmo come Meg Ryan nel famoso film.
101) Preparatevi a dovere sull'argomento, e passate il Natale a parlare dei Maya, delle piogge solari, e del 2012.
101) Andate in bagno, imbottitevi le mutande con del cotone in maniera esagerata. Sedetevi sul divano a gambe larghe con nonchalance.
101) Comportatevi normalmente, siate voi stessi. Ma ogni tanto urlate un nome di animale guardando il soffitto. “Capitone!”
101) Elogiate il cinema russo degli anni venti, poi chiedete alla vostra cugina ventenne di secondo grado se è disponibile per una retrospettiva.
101)Arrivate con un rettilario, raccontando che vi hanno licenziato dal circo e non sapevate a chi lasciarlo.
101) Se ci sono foto alle pareti, munitevi di un pennarello per disegnare dei baffi sui volti. Se volete, potete fare lo stesso anche sulle foto.
101) Complimentatevi per la pulizia della casa e insistete che volete le pattine. Poi usatele come tovaglioli.
101) Spiate chiunque vada in bagno attraverso il buco della serratura. Qualora la porta avesse il chiavistello, recuperate un buco della serratura.
101) A fine pasto, chiedete una doggy bag. Poi mangiate da lì con le mani.
101) Girate scalzi senza motivo.
101) Per segnare sulla vostra cartella della tombola i numeri estratti usate pallottole di cerume e muco. Di chi vi siede accanto.
101) Se siete voi a estrarre i numeri, equiparateli alla quantità di rapporti sessuali avuti nell’ultima settimana dai partecipanti.
101) Se non siete voi a estrarre, prima che inizi la partita infilate un black mamba nel sacchetto dei numeri.
101) Appena arrivati, salutate il padrone di casa e chiedetegli di mostrarvi la collezione di snuff di cui vi ha parlato il giorno precedente.
101) Mirate il nonno addormentato quando stappate lo spumante.
101) Rimanete schivi e silenziosi per tutto il tempo, ad un certo punto cominciate a dare insistenti consigli su una diversa disposizione dei mobili. Fino a quando qualcuno non vi ricorda che è casa vostra.
101) Cominciate dai mignoli. Se non vi consegnerà il sacco ditegli che il prossimo ad essere tagliato sarà il suo uccello. Ah no, scusate! Questa è una delle cose da fare a Babbo Natale.
101) Arrivate in Harley Davidson, derapando sulla ghiaia in cortile.
101) Scusatevi per il disturbo, ma presentatevi con la cesta del bucato e una buona storia sulla vostra lavatrice.
101) Se non avete reperito abbastanza LSD da aggiungere all’insalata di polpo, svuotate un botticino di Lexotan nel brodo dei tortellini.
101) Al momento del caffè, mettetevi a cantare il ritornello di Don Raffaè. Cambiando le parole a vostro piacimento.
101) Parlate agli oggetti e ignorate i parenti.
101) Introducete ogni frase con la premessa “Nel Vangelo si legge che”.
101) Se qualcosa sta cuocendo nel forno, infilateci dentro un piatto di plastica.
101) Ogni volta che vi rivolgono la parola, annuite alzando al massimo il volume del televisore.
101) Riempitevi le tasche di preservativi e fate in modo che vi cadano accidentalmente di continuo.
101) Accendetevi una sigaretta ogni cinque minuti. E nascondetela in un armadio.
101) Dite a chiunque indistintamente che ha una foglia di insalata sugli incisivi.
101) Ostinatevi a non togliervi una foglia di insalata dagli incisivi.
101) Soffermatevi a parlare ad alta voce con Gesù.
(continua anche domani...)
lunedì 20 dicembre 2010 12:00 Pubblicato da Abulafia
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(continua...)
martedì 14 dicembre 2010 10:31 Pubblicato da Abulafia
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venerdì 10 dicembre 2010 09:54 Pubblicato da borlafia
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gabbbbro + mu ho
mercoledì 8 dicembre 2010 09:09 Pubblicato da borlafia
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lunedì 6 dicembre 2010 09:39 Pubblicato da borlafia
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(continua)
gabbbbro + mu ho
Cara Elena, oggi Monet è arrivato a casa mia. Non lo aspettavo, e in tutta sincerità ero convinto che fosse morto da ottantaquattro anni. Quando gli ho aperto la porta ha dipinto un paio di ritratti della mia faccia smandibolata per lo stupore, poi ha domandato cosa ci fosse per cena.
Fa tutto con estrema rapidità, e pretende che non si accenda mai la luce. Mentre io scrivo questa pagina di diario, lui termina il suo diario dell’anno prossimo.
Non ero preparato a questa visita, altrimenti avrei fatto rimuovere le ninfee dal giardino qui sotto.
***
Cara Elena, la prima notte con Monet è stata un incubo. Lui continuava a dipingere nel buio ed ora la casa è piena di tele blu e grigie che non significano nulla. Non so da dove le tiri fuori, ma tra poco qui dentro sarà impossibile stare. E temo per gli incendi.
Nella disgrazia mi conforta che lui parli solo francese così non debbo interessarmi di quello che dice.
***
Cara Elena, la situazione è precipitata. Ho mostrato a Monet una fotocamera digitale e lui è andato su tutte le furie. Ho provato a spiegargli che la fotografia esisteva già nel diciannovesimo secolo, ma ho solo peggiorato le cose. Adesso è in bagno che dipinge dodici tele al secondo, del rubinetto che perde servendosi della poca luce che filtra dalla piccola finestrella.
Credo che la cosa che lo ha maggiormente offeso sia il flash.
***
Cara Elena, Monet ha scoperto l’autoscatto. Non chiedermi come abbia fatto, in qual momento ero fuori che cercavo di sbarazzarmi delle sue tele (riuscendo tra l’altro a vendere solo le ninfee e solo convincendo gli acquirenti che si tratta di semplici stampe - gli originali hanno meno successo delle stampe, così meditavo di fotocopiarli). Sono rientrato in casa e l’ho trovato seduto su uno sgabello, con una tela sul cavalletto e la macchina fotografica piazzata su un treppiede, proprio di fronte a lui. Ad ogni scatto, lui replicava con una tela, al ritmo di uno scatto ogni cinque secondi. Urlava parole in francese che non ho capito, ma penso che si trattasse di una specie di gara di velocità.
La memoria della fotocamera è piena di ritratti di Monet che ride, piange, mostra i denti mentre dipinge. Occhi spiritati e fili di bava tesi fra i denti superiori e quelli inferiori.
Il salotto e ormai imbrattato di pittura ad olio in ogni angolo.
(continua)
gabbbbro
martedì 30 novembre 2010 09:42 Pubblicato da borlafia
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Mu Ho
lunedì 22 novembre 2010 09:30 Pubblicato da borlafia
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Logico che d'inverno preferirei essere squattrinato con il giubbotto o, avendo solo una camicia, potermi almeno trasferire alle Hawaii.
Che è una di quelle cose che non posso permettermi, ma non ne faccio un dramma, casomai una commedia. Il vero dramma sarebbe essere squattrinati con la camicia, di forza.
Che poi essere costretti a fare certe cose con la forza non sempre è un dramma, spesso è pornografia, specie se la camicia ti obbligano a toglierla. E non si è mai visto un film porno drammatico.
Quelle non sono mica lacrime.
Ma poi in un film porno drammatico, come distingueresti i singhiozzi dei pianti da quelli di piacere? E da quelli di quando ti è andato qualcosa di traverso?
Senza contare quelli che vengono dagli schiaffi, potrebbe anche trattarsi di un sadomaso. Mentre se fossero singhiozzi per un cuore spezzato, allora significherebbe che l'intervento non è riuscito, ma cerchiamo di essere sinceri: ne abbiamo tutti le palle piene di questi medical drama.
Il vero dramma per me è un altro: non riesco mai a tenere il filo del discorso. Dall'altra parte tirano sempre più forte.
Quindi finisce sempre così, come adesso, che per rispondere ad una semplice richiesta formale mi rovino un colloquio di lavoro.
Ma non è il caso di farne un dramma, non era neanche un posto da attore.